Il sole delle 6:30

Sono sicuro che non ricordate quasi più le vostre vacanze. Per me sono ormai un ricordo sbiadito.

Vi chiederete come mai vi parlo di vacanze.

Il motivo è che sono ancora in ufficio. Sono le 18:30 e i colleghi alla spicciolata vanno via.

Il mio computer è rivolto verso la finestra che si trova a sud-ovest. Il sole sta tramontando.

Stavo cercando di nascondermi dietro lo schermo del mio computer per non essere abbagliato da esso e ad un certo punto mi è venuto in mente il sole di questa estate. Caldo, rilassante e lento.

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Metto le cuffiette per ascoltare un po’ di Al Green. Chiuso gli occhi un attimo e mi ritrovo proprio sulla spiaggia di questa estate. Sdraiato sulla sabbia a prendere l’ultimo sole della giornata. Un sole che scalda e ti avvolge e che ti fa sentire bellissimo. Il momento perfetto per fare le foto ricordo. Il momento perfetto tra giorno e notte in cui la tua faccia è radiosa e senza nessun difetto.

Ad un certo punto però, riapro gli occhi. La mia collega entra nel mio ufficio e cerca qualcosa. Io con lo sguardo la inseguo. Cerco di capire di cosa ha bisogno. Nulla. Nessun segno di relazione.

Tutti stanno andando via e nessuno pare intenzionato a dare segno di un galateo livello survival e fare un saluto. Nessuno, proprio nessuno saluta. Ahh, nel frattempo ho aperto gli occhi, per coloro che stessero già pensando: se questo non apre gli occhi come fa a vedere tutta sta roba.

Eppure non sono invisibile. Ehiii sono qua. Hallooooo

Sapete qui in Olanda, forse sarò io, ma i miei colleghi spesso non salutano, non chiedono manco come stai e io direi manco ti dicono crepa.

Il lavoro è la “priorità”. I rapporti umani sono un optional che funziona solo se conosci perfettamente l’inglese o se parli olandese.

In caso contrario arrenditi perchè stai ben certo che la cosa che ti scalda meglio il cuore è solo il sole della tua terra che senti lontano lontano.

Babbè, meglio uscire e godersi l’ultimo raggio di sole autunnale. Spengo.

Buona serata a tutti.

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